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Mente, diaframma, corpo

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20 February 2015

Uccellino

Nel 2008 scrissi una favola in inglese. Il protagonista maschile era un mago, Lao, mentre la protagonista femminile un angelo, Kallystra. Lao vede Kallystra dietro un muro e se ne innamora, vede in lei l'angelo, enormi ali blu. Kallystra si fa convincere dall'amore di Lao e comincia a comprendere il suo reale stato, non più un piccolo uccellino in gabbia come pensava, ma una donna, amabile, amata.

Lao pieno di fiducia la invita ad andare con lui, lei sembra pronta, ma è ancora indecisa e passa il tempo e più passa, più ritorna ad essere un uccellino in gabbia. L'esito triste vede Lao e noi lettori andarsene col cuore gonfio di tristezza.

La favola invero era una storia vera, anzi di storie vere così c'è ne sono molte, persone che si identificano con un piccolo uccello in gabbia, un amore che sopraggiunge a liberarle; quasi sempre l'occasione sfuma portando tristezza.

Lo sprovveduto era Lao, troppo pieno di sé, arriva e crede di compiere il miracolo, crede di salvare il povero uccellino in gabbia, riempie il suo ego per l'azione narcisistica. Invero l'uccellino si è inventato una trappola, una geniale trappola per gli ignari e tronfi Lao che ci cascano sempre: è Lao che finisce in gabbia.
Il premio del narciso, premio che sempre porta alla depressione, alla fine è dell'uccellino che sfoga sul Lao di turno, irrisolti odi per uomini e donne del suo passato.
Non stimoliamo il nostro aspetto da uccellino, quello che si commuove per sciocche frasi o video strappalacrime da Facebook. Uccellino in noi si ciba di sentimentalismo, non di amore.

Ps
Un bell'esempio dal passato è il caro Titti alle prese col gatto Lao-Silvestro, questa serie di cartoon ci insegna che i due protagonisti sono sempre in lotta, e che lo sciocco Silvestro perde sempre.
Ci si identifica con il povero Titti senza veder che è una piccola iena...

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